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​​A.C.T. è un'associazione dedita a formare cittadini consapevoli e a contrastare le attuali tendenze anti-intellettualiste, l'impoverimento culturale, in particolare quello umanistico, e la scientifizzazione delle arti. Ci opponiamo alla svalutazione delle discipline umanistiche rispetto alle STEM, che deriva da un'ossessione per la produttività che limita la riflessione.
Vogliamo, inoltre, portare la cultura in quei posti che spesso sono difficili da raggiungere, posti dimenticati, davanti ai quali l’arte, la poesia, la letteratura e la filosofia - o forse è più proprio dire chi le insegna - spesso voltano le spalle.

La Nostra Storia
A.C.T. nasce da un banco di scuola superiore, da un'idea di uno studente e di un professore, da una domanda in cerca di risposta: “magari la curiosità ed il bisogno di condivisione che noi proviamo sono inespressi anche in tanti altri”. Non sopportavamo l'idea, purtroppo largamente diffusa, che parlare di determinati argomenti fosse - e sia ancora - superfluo ed obsoleto, roba per chi ha tempo da perdere.
Dovevamo dunque offrire un luogo dedito all'espressione di tali silenzi, dovevamo agire, e difatti, l’acronimo A.C.T. significa proprio questo: “agire”. Alliance for Critical Thinking, per esteso, sta invece per “alleanza/coalizione/unione per lo spirito critico”. L'uso delle preposizioni nel nostro nome è assolutamente significativo, e il senso che queste rendono, si svela non appena vi si pone la giusta attenzione: ci troviamo davanti ad un per, non a un del; un complemento di fine, e non di specificazione. Questo vuole significare che non è il pensiero critico in sé ad accomunarci, ma che ci riuniamo a favore del suo sviluppo: siamo i marinai di una nave - la cultura - che affonda, e con lei, altri marinai ancora; il per sono le scialuppe che, nel nostro piccolo, offriamo. A nessuno si nega la terra ferma e per questo, sebbene A.C.T. nasca da un gruppo giovane, non fa distinzioni: tutti meritano di sapere di più, e di saper navigare in questa tempesta che è il mondo. A.C.T. vuole leggere il silenzio dei giovani, e tradurlo in un’attività che partendo dai banchi di scuola, si spinge oltre ai cancelli degli istituti, delle facoltà, dei posti di lavoro.
Estratto dal nostro articolo per Testimonianze, NN. 561-562, "Venticinque aprile. Una data simbolo tra memoria e futuro", 25/04/2025